Come affrontiamo i disturbi vascolari?
I disturbi vascolari degli arti inferiori trovano nella riabilitazione molteplici aspetti che possono essere trattati con successo in strettissimo collegamento con lo specialista medico. La conoscenza da parte del professionista e la giusta interpretazione della diagnosi sono il cardine del successo di questa problematica che se non trattata tempestivamente ha una progressione inarrestabile.
Abbiamo tre macro categorie di disturbi vascolari a volte associati tra loro che trovano giovamento con la fisioterapia:
- venosi
- linfatici
- con complicazioni ulcerose.
La terapia principe nei disturbi venosi e linfatici lievi è la ginnastica vascolare eseguita nella palestra riabilitativa. L’esercizio muscolare degli arti inferiori ad esempio, ha dimostrato l’efficacia di aumentare la funzionalità muscolare della pompa del polpaccio e di migliorare l’emodinamica delle gambe. Nei pazienti con ulcere venose dell’arto inferiore si dovrebbe prendere in considerazione l’esercizio muscolare del polpaccio, eseguito sotto supervisione del fisioterapista.
Oltre alla ginnastica riabilitativa, fondamentale è la rieducazione posturale perché una scorretta postura può sovraccaricare un arto inferiore maggiormente rispetto ad un altro e inoltre ci possono essere dei minimi ma nel tempo importanti sovraccarichi sul sistema venoso e linfatico.
Basti pensare che un blocco del diaframma toracico, muscolo principale della respirazione, può provocare dei rallentamenti significativi del ritorno linfatico per una difficoltà di svuotamento della cisterna del pecquet.
Linfodrenaggio manuale:
Il Linfodrenaggio manuale o drenaggio linfatico manuale è una metodica fisiokinesiterapica rigorosa e scientificamente valicata in quanto a reale efficacia e utilità.
Fu messa a punto negli anni’30 da Emil e Astrid Vodder, fisioterapisti danesi che codificarono un vero e proprio metodo di trattamento basato su manualità dolci e ripetute da eseguire lungo il decorso delle vie linfatiche favorendo in tal modo il deflusso della linfa con un effetto disimbibente dei tessuti. Produce un riassorbimento degli edemi soprattutto a carico degli arti.
Indicato per:
- Linfedema arto superiore post mastectomia
- Linfedema oflebolinfedema arti inferiori
- Edemi post traumatici
- Edemi post chirurgici
Principali terapie fisiche:
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TERAPIA COMPRESSIVA:
La terapia compressiva si propone di migliorare il ritorno venoso e di ridurre l’ipertensione venosa. Una revisione della Cochrane ha esaminato il ruolo della compressione nella guarigione delle ulcere venose individuando sette RCT che comparavano terapia compressiva versus nessuna terapia compressiva. È stato evidenziato un netto miglioramento nei pazienti trattati con terapia compressiva. La revisione ha concluso che la terapia compressiva aumenta i tassi di guarigione delle ulcere rispetto all’assenza di terapia compressiva.
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COMPRESSIONE PNEUMATICA INTERMITTENTE CRIOTERAPICA:
La pneumatica Compressione intermittente (IPC) viene utilizzata per fornire una pressione uniforme attorno a un'area lesionata, riducendo meccanicamente la quantità di spazio disponibile per il rigonfiamento da accumulare, aumentando così il flusso linfatico, diminuendo il gonfiore e migliorando la cicatrizzazione dei tessuti. L'IPC ha dimostrato di essere più efficace se combinato con la crioterapia. La terapia a freddo (crioterapia) promuove la vasocostrizione e riduce il flusso di sangue, riduce l'infiammazione e l'edema (gonfiore), diminuisce gli spasmi muscolari, diminuisce la domanda metabolica e allevia il dolore senza narcotici.
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COMPRESSIONE PNEUMATICA INTERMITTENTE (IPC):
Una revisione della Cochrane ha degli studi che riguardavano l’utilizzo della IPC nel trattamento dei pazienti con ulcere venose croniche dell’arto inferiore. Il suo utilizzo è tuttavia in grado di migliorare la guarigione in confronto all’assenza di bendaggio compressivo.
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LASERTERAPIA:
L’applicazione locale di laser a basso livello di energia allo scopo di accelerare la guarigione delle ulcere venose dell’arto inferiore è stata oggetto di valutazione in una revisione sistematica della Cochrane.
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ULTRASUONI/CAVITAZIONE:
migliorano i ristagni degli arti inferiori.
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ONDE D’URTO:
La scoperta che le onde d’urto possono esercitare uno stimolo verso la rigenerazione e la riparazione dei tessuti ha ampliato l’ambito delle loro applicazioni terapeutiche anche alla Medicina Rigenerativa. Possono essere trattate con successo ferite e piaghe di difficile risoluzione, perdite di sostanza di origine post-traumatica (anche nei giorni immediatamente successivi al trauma), così come cicatrici dolorose di diversa origine.
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ESERCIZIO FISICO:
L’esercizio muscolare del polpaccio, eseguito con un supervisore, ha dimostrato di aumentare la funzionalità muscolare della pompa del polpaccio e di migliorare l’emodinamica. Nei pazienti con ulcere venose dell’arto inferiore si dovrebbe prendere in considerazione l’esercizio muscolare del polpaccio, eseguito sotto supervisione del fisioterapista.
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TECARTERAPIA:
Le gambe pesanti nascono da alterazioni a livello circolatorio, Tecar viene impiegata proprio per la sua efficacia nel riattivare questa funzione, stimolando inoltre il dimagrimento e liberando i grassi nella circolazione in modo che possano essere utilizzati. E' inoltre efficace sulla componente fibrosa dei tessutirendendo più distesa ed elastica la pelle. La Tecarterapia è quindi in grado di: migliorare la circolazione, eliminare il ristagno dei liquidi nei capillari, ripristinare l’elasticità della pelle, favorire il dimagrimento abbinandolo ad un corretto stile di vita. Di conseguenza la pelle risulta più fresca, luminosa e giovanile perché composta da un maggior numero di cellule ricche di acqua e con un metabolismo riattivato.