ALESSIO GUERRI Certe volte uno scoglio può arginare il mare. Con discese, terribili, ma anche risalite.
Lo sa bene Alessio Guerri, 27 anni, di Jesi, che il 22 agosto 2009 ha corso una maratona in solitario di 300 chilometri da casa sua al Colosseo.
Professione: corriere espresso. Come il papà e il fratello. Alessio, dopo un incidente stradale ha visto la sua vita cambiare in un attimo. «Avevo la sclerosi multipla», dice tutto d’un fiato, voce allegra e squillante. Aveva la sclerosi, ma aveva anche 21 anni e una vita davanti. Tanti sogni, passioni, tanto sport: tennis, nuoto, calcio. La scherma no. «A Jesi ci bastano la Vezzali e la Trillini. Valentina poi la conosco anche di persona», racconta. Tutto in frantumi. Pare. Perché dopo un periodo «di merda» fatto di depressione, alcool e notti in bianco, Alessio decide «di damme ‘na svegliata». Basta antidepressivi, basta autocompatirsi. Bisognava riprendersi. «Ho iniziato a correre – dice ancora – per sfogarmi. Poi è diventata una passione: ho corso la maratona di New York con la gente che mi guardava stupita. E poi sono stato anche a Roma, sempre di corsa. Sono uno tosto io, affronto tutto a muso duro». Anche le delusioni amorose, visto che la fidanzata l’ha lasciato e Alessio vuole riuscire nell’impresa anche per dimostrarle qualcosa.
Ma, soprattutto, vuole riuscirci, «per dare un messaggio forte di speranza a tutti quelli che come me hanno questa malattia. Niente è impossibile. Niente».
È proprio per questo che ha deciso di buttarsi in questa avventura.
E’ il 22 agosto alle 19, conta di arrivare il 24 intorno alle 10 di mattina, con al seguito un’ambulanza di Jesi pronto ad assisterlo. Negli ultimi 10 chilometri ha avuto al suo fianco gli atleti romani della Podistica della Solidarietà.
Prima di partire ha detto: «Non vedo l’ora di partire, ma anche di arrivare – scherza – anche perché spero di realizzare a Roma un altro sogno». Che si chiama Antonello Venditti: «È il mio mito, sono venuto anche ad alcuni suoi concerti a Roma. Incontrarlo sarebbe fantastico, magari sotto al Colosseo». Dove lui arriverà di corsa. Da casa sua. Perché uno scoglio può arginare il mare. Basta solo volerlo.
E adesso dopo aver conosciuto Antonello si sono aperte nuove porte….alla prossima!!!
ALESSIO GUERRI HA CORSO PER TUTTI I MALATI DEL MONDO
MISSIONE COMPIUTA – La sclerosi multipla non ferma Alessio-Ha corso 300 chilometri da Jesi a Roma
Alessio Guerri, 27 anni, è partito venerdì da Jesi per raggiungere la Capitale questa mattina. “Questi applausi sono per tutti coloro che soffrono. Sono stati i chilometri più belli che ho corso in tutta la mia vita”
Alessio Guerri Ancona, 24 agosto 2008 – Impresa compiuta. La sclerosi multipla non ha impedito ad Alessio Guerri, jesino di 27 anni, di portare a termine una maratona in solitaria di 300 chilometri, macinati senza mai fermarsi da Jesi a Roma. L’atleta, malato da sei anni, era partito il 22 agosto scorso dalla sua città, in provincia di Ancona, e questa mattina è arrivato in via dei Fori Imperiali, accolto da un caloroso applauso.
Il giovane che ha dedicato la maratona a tutte le persone che soffrono della stessa sua malattia : ”Questo applauso non è per me – ha detto Alessio – ma per tutti coloro che soffrono, sono loro che hanno bisogno di questo calore e di questo applauso. Sono stati i chilometri più belli che ho corso in tutta la mia vita”. Ad accogliere l’atleta, che ha corso con indosso una canotta bianca e un paio di pantaloncini azzurri, è stata anche mamma Marina che lo ha salutato con un abbraccio.
Non appena raggiunto un obiettivo il pensiero già corre ad un sogno, le Olimpiadi di Londra 2012: ”Perché no? Sono il mio sogno”, ha detto Alessio. Il giovane ha scoperto di essere affetto di sclerosi multipla sei anni fa. Dopo un periodo di depressione ha trovato dentro di sé la forza di reagire ed ha cominciato a correre, fino a volersi cimentare anche nella Maratona di New York alla quale parteciperà il 2 novembre prossimo per la seconda volta nella sua vita. (ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com)
300 km con la sclerosi multipla
Un maratoneta con la sclerosi si cimenta in una grande impresa. Trecento chilometri di corsa, anche per amore, anche per la libertà…
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Sono molto fedele, credo in Dio, ma sulla ricerca non sono d’accordo con la Chiesa. Le staminali possono aiutare i malati, è bene farla crescere e usarla
”
Appena si finisce di parlare con Alessio Guerri, la sensazione che pervade è quella della serenità. La sua umiltà e la sua allegria contagiosa lasciano stupefatti. È un ragazzo di ventisette anni, che vive da solo, ha dilemmi sentimentali e ride molto, così come accade a tutti i ragazzi della sua età. Ma Alessio è diverso, è speciale. A ventuno anni scopre, per caso, di essere malato di sclerosi multipla. La notizia arriva come un terremoto che smuove la quiete quotidiana; dopo un incidente stradale, viene sottoposto ad una risonanza magnetica al collo, e solo così viene a conoscenza della malattia. Racconta, col sorriso, che da lì sono iniziati i primi problemi, scontrarsi con la realtà della malattia. La fidanzata lo lascia, al lavoro cominciano a sollevare dei dubbi, a fare delle difficoltà. Lui lavora per un Corriere Espresso, circa dieci ore al giorno, guidando un camion. Il padre di Alessio garantisce per lui, dà la sua parola che, se mai un giorno, Alessio non dovesse più farcela, prenderà lui il suo posto. Ma nonostante tutto, quando ad Alessio si chiede quanto la malattia facesse paura e quanto gli avesse sconvolto la vita, dice: “Non ero spaventato. La mia malattia non mi ha mai preoccupato. Non l’ho messa, e mai lo farò, al centro del mio mondo. Per me al centro del mondo c’è l’amore, la “passione”.”
Alessio ha un grande amore: la corsa. Raccontando che anche Luca Coscioni era un maratoneta, ride e si compiace: “Non sono io che ho scelto la corsa, ma la corsa ha scelto me. Fin da bambino, ogni volta che ero triste, demoralizzato o avevo un problema, correvo. La corsa era uno sfogo, un modo per stare meglio, ma anche il momento in cui, da solo, potevo affrontare, i miei problemi”. Così la grandezza dei problemi cambia, ma non il modo di Alessio di affrontarli. “Il mio rapporto con la corsa non è cambiato con la malattia. Sognavo di fare la maratona di New York e nel 2006 l’ho fatta, nonostante tutto”.
Con la sua ultima corsa, è diventato famoso, ha fatto scalpore. Infatti dal 22 al 24 Agosto, ha corso 300 km, la Jesi/ Roma, ed è apparso sui mass media: “Io l’ho fatto per amore di una donna, per dimostrarle che niente è impossibile. Se io ho fatto tutto questo per amore di una ragazza, cosa potrebbe far fare, a ciascuno, l’amore per il prossimo?”. Oltre a un messaggio personale, le sue maratone hanno un altro scopo. “Io non voglio essere un esempio, perché sono solo una persona piccola piccola, ma se ce la faccio io, voglio dire agli altri, che ce la possono fare tutti. Soprattutto i malati come me!”.
La malattia: cosa pensa della ricerca scientifica proibita? “Premetto che non sono né un medico, né uno scienziato. Sono molto fedele, credo in Dio, ma su questa tematica non sono d’accordo con la Chiesa. Le staminali posso aiutare i malati, sono totalmente favorevole alla ricerca. Non so se questo dono proviene da Dio o dal cielo, so solo che se può aiutare i malati è bene farla crescere e usarla”. E sulla questione disabilità sorprende: “Mi sento un disabile perché lo Stato, invece di aiutarci, ci limita. Non mi danno la pensione né i parcheggi di invalidità perché, anche se sono invalido al 67%, ancora cammino. Devo combattere una doppia battaglia, contro la malattia e contro le difficoltà che lo Stato italiano frappone alla mia libertà. A volte mi sono trovato a non poter fare delle visite specialistiche, perché non avevo abbastanza soldi”.
Alessio è con semplicità felice, non si fa sconfiggere dalla malattia, corre più veloce di lei.
Se solo anche la ricerca potesse aiutare lui, e quelli come lui, la malattia potrebbe batterla forse definitivamente in velocità.